Il nostro sito http://web.tiscali.it/intifada2000/
PETIZIONE DA FIRMARE al sito http://www.petitiononline.com/warcrime/petition.html
per l'istituzione di una commissione di indagine sui crimini commessi
dal criminale di guerra Ariel Sharon. Le testimonianze dei sopravvissuti
alla strage ordinata nel 1982 da Sharon nei campi profughi palestinesi
di Sabra e Chatila in Libano parlano di torture, abusi sessuali e
vilipendio di cadavere. E' necessario contribuire per appoggiare la
lotta di quant@ vogliono far luce sul massacro di 1500 palestinesi
per mano delle milizie cristiano falangiste assoldate da Sharon e
perpetratosi ininterrottamente dal 16 al 18 settembre 1982. PER NON
DIMENTICARE.
E sempre a proposito di Libano. Qualche giorno fa vi comunicavamo
della decisione del Ministero della Difesa israeliano di raddoppiare
il numero dei soldati riservisti in Cisgiordania. Sapete chi sono?
Le truppe che Israele ha ritirato dal sud del Libano: professionisti
navigati della guerra. Sono dappertutto nei posti di blocco, nei carriarmati
(anche questi aumentati, ma non raddoppiati, almeno triplicati) e
a pattugliare le strade che sono destinate solo ai coloni israeliani
in tutta la Cisgiordania.
LA GLOBALIZZAZIONE PUO' ESSERE SOLO UN BENE PER ISRAELE Cosi' hanno
commentato gli organizzatori della Conferenza di Cesarea sul mercato
globale e le sue sfide per Israele, il fatto che i manifestanti antiglobalizzazione
(immediatamente dispersi dalla polizia) fossero un esiguo numero rispetto
alla popolazione, che pare invece supportare la spinta del governo
verso l'apertura totale (per quanto ancora possibile, dato che lo
e' gia' abbastanza) dei mercati. A questo riguardo anzi, lo stato
ebraico lancia un appello per evitare la "fuga dei cervelli" dal paese,
soprattutto nel campo dell'hi tech. Certo la globalizzazione in Israele
ha avuto un effetto particolare. Qui non ci sono stati cittadini israeliani
globalizzati, cioe': impiegati con salari ridicoli e in condizioni
inumane per produrre merce a basso costo per i mercati dell'ovest
che ne rivendono poi i surplus agli stessi paesi poveri e produttori,
obbligati ad un'economia parallela e fatta di privazioni. E questo
non per chissa' quali astruse ragioni, ma solo perche' quella manodopera
a basso costo che lavora tanto e in condizioni di violazione dei diritti
e alla quale il lavoro puo' essere sottratto molto facilmente e a
cui e' stato infatti sottratto da 10 mesi, in Israele e' costituita
da PALESTINESI. Qui, dove c'e' stato uno sfruttamento selvaggio dell'ambiente
naturale, al punto da cambiargli quasi del tutto i connotati, il territorio
non e' pieno di scorie difficilmente smaltibili. Anche questo non
per ragioni occulte e inspiegabili, ma solo perche' il territorio
deputato ad accogliere tutti i residui sporchi e scomodi dell'industria
ad alta produttivita' di Israele non si trova all'interno dei suoi
confini ormai riconosciuti, ma all'interno del territorio occupato
nel '67, Cisgiordania e Gaza, che e' territorio PALESTINESE. (C.P.)
TUTTO CIO' CHE NON FA NOTIZIA Dopo un lungo (relativamente) periodo
di silenzio, la stampa e la televisione italiana sono tornate a parlare
della Palestina in occasione dello scoppio di due macchine piene di
esplosivo nei pressi di Tel Aviv, e dell'assassinio di tre palestinesi
(il bersaglio principale era un membro della Gihad Islamica, lo accompagnavano
un membro della Sicurezza Nazionale e forse una guardia del corpo).
A noi spetta il compito di raccontare tutto cio' che la televisione
e la stampa italiana non trovano abbastanza interessante durante la
settimana di calma promessa da Sharon. Il compito e' alquanto gravoso
e i risultati potrebbero essere noiosi e ripetitivi. Mi limito quindi
a dare qualcuna delle notizie pubblicate su un quotidiano locale domenica
1 luglio. I fatti, piu' o meno, si ripetono quotidianamente. - Una
donna di 64 anni, Fatima, e' morta all'ingresso di Rafah, al confine
tra la Striscia di Gaza e l'Egitto. La donna, originaria del campo
profughi di Jabalia, Gaza, si era recata in Egitto per eseguire alcune
cure mediche e fare degli esami. Ne aveva approfittato per visitare
il figlio che risiede in Egitto. Sulla strada del ritorno al campo
profughi di Gaza, trova il passaggio al confine con la Striscia di
Gaza chiuso dalle autoritˆ israeliane. L'esercito non le permette
di superare la frontiera, nonostante la sua eta' avanzata e le gravi
condizioni di salute. Aspetta al confine per ben 7 giorni, insieme
a numerose centinaia di viaggiatori palestinesi (vecchi e bambini
compresi), prima che la frontiera venga aperta nuovamente. Durante
il passaggio del confine, Fatima muore. - I campi profughi di Beina
e il "Blocco o", nei pressi di Rafah sono stati oggetto
di cannoneggiamenti da parte dell'esercito israeliano senza alcuna
ragione apparente. Molte case sono state colpite e hanno subito ingenti
danni. - A Qalqilia, nel nord della Cisgiordania, l'esercito israeliano
ha proibito per tutta la giornata di sabato l'uscita dalla citta'
dei cittadini al di sotto dei trent'anni di eta'. Sempre a Qalqilia,
coloni dell'insediamento di Ornit hanno attaccato i campi dei contadini
palestinesi appiccando il fuoco a decine di alberi d'ulivo. Sempre
nei pressi di Ornit, l'esercito ha confiscato circa 100 acri di terra
coltivati ad ulivi e ha incominciato a radere al suolo le coltivazioni
per costruire un muro di recinzione all'insediamento. - L'esercito
israeliano impone la chiusura dei territori a nord ovest di Ramallah
e procede alla distruzione di strade di collegamento tra diversi campi
coltivati e sulle montagne. - Come ritorsione per la morte di un colono
e il ferimento di un altro avvenuta qualche giorno prima, l'esercito
israeliano ha rafforzato la chiusura militare dell'area a nord di
Jenin e ha incominciato alle prime luci dell'alba a radere al suolo
vaste aree verdi e campi coltivati nelle vicinanze dell'insediamento
da cui provenivano i due coloni. Nel villaggio di Jalame la chiusura
e' stata rafforzata e a nessun veicolo e' permesso transitare in entrata
o in uscita. Nel villaggio di Iabed l'esercito israeliano ha risposto
con cannoneggiamenti e proiettili a una marcia pacifica organizzata
dai residenti palestinesi. Nel villaggio di Sirat Eddaher il coprifuoco
dura ormai da 12 giorni e a chiunque e' proibito uscire dalle proprie
case, persino per un breve periodo (per acquistare cibo o medicinali).
- Vicino a Nablus, nel villaggio di Salem, a un agricoltore l'esercito
israeliano ha sottratto una ruspa come punizione per avere aiutato
i veicoli che transitavano per i campi per evitare i posti di blocchi
sulle strade in uscita da Nablus. La ruspa e' stata trasportata nel
campo militare vicino, dove un colono se ne e' impossessato. A nulla
e' valso il tentativo di restituirla al proprietario: l'esercito israeliano
non e' riuscito a convincere il colono (!). - Presso il posto di blocco
di Ein Arik, vicino a Ramallah, tre giornalisti palestinesi sono stati
insultati e picchiati dall'esercito israeliano. Altro ancora ci sarebbe
da dire su Gaza e Khan Younis, ma non voglio essere pedante. Solo
un'ultima osservazione: giovedi' 14 giugno, il giorno dopo l'accordo
Tenet e dopo che i giornali avevano titolato ÒI primi passi verso
la paceÓ, stavo tentando di tornare a Ramallah da Nablus con i servizi
pubblici. Le strade in uscita da Nablus erano tutte chiuse e a nessun
veicolo con targa palestinese era permesso il passaggio. L'autista
ha allora tentato di passare per i campi, nella zona del villaggio
di Salem. Ci ha fermato la vista di una ruspa che chiudeva anche quella
nostra ultima possibilitˆ di uscire da Nablus, creando una barriera
di terra di un paio di metri a bloccare il passaggio dei veicoli.
Conme aspettavano altre decine e decine di viaggiatori. (F.B.)

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